Traduzione italiana del saggio del Prof. Richard J. Aldrich, docente in «International Security» all’Università di Warwick, in cui si documentano le ingerenze politiche, ideologiche e materiali portate avanti dalla Casa Bianca e dai servizi segreti Americani allo scopo di favorire la diffusione del progetto dell’Europa unita, vista soprattutto come un argine alle forze comuniste e filosovietiche. Buona lettura.
OSS, CIA e Unità Europea: il Comitato Americano per l’Europa Unita, 1948-60
(OSS, CIA and European unity: The American committee on United Europe, 1948-60)
University of Nottingham,
Online Publication Date: 01 March 1997, Publisher Routledge
Durante gli ultimi anni, gli storici della diplomazia hanno attribuito un crescente significato all’intelligence e al relativo tema delle operazioni segrete, in quanto sempre più importanti per capire il primo periodo della guerra fredda. Dopo il 1945, un certo numero di organizzazioni Occidentali, non solo agenzie di intelligence, stilarono programmi di operazioni segrete designati sia ad indebolire l’influenza comunista in Europa sia ad assicurare una positiva accettazione del piano Marshall. Ne sono stati documentati esempi nei campi della politica elettorale, del sindacalismo, dei temi culturali. Funzionari Statunitensi che provavano a stabilizzare e ricostruire l’Europa del dopoguerra lavoravano con l’assunto che fosse necessaria una rapida unificazione, che portasse magari agli Stati Uniti d’Europa. L’incoraggiare l’unità Europea, una delle componenti più solide della politica estera di Harry S. Truman, fu enfatizzato in modo ancora più marcato dal successore Generale Dwight D. Eisenhower. Inoltre, sotto sia Truman che Eisenhower, i politici Statunitensi concepirono l’unità Europea non solo come un importante fine in sé, ma anche come un modo per risolvere il problema Tedesco. L’uso di operazioni segrete per la specifica promozione dell’unificazione europea ha attratto poco l’attenzione degli studiosi e rimane scarsamente compresa.
Una delle più interessanti operazioni segrete Usa nell’Europa del dopoguerra fu il finanziamento del Movimento Europeo. Il Movimento Europeo fu un’organizzazione sovraordinata che portò un prestigioso, seppur disparato, gruppo di organizzazioni a spingere urgentemente per l’unificazione in Europa, concentrando i loro sforzi sul Consiglio d’Europa, e che includeva Winston Churchill, Paul-Henri Spaak, Konrad Adenauer, Leon Blum e Alcide de Gasperi come i suoi cinque Presidenti Onorari. Nel 1948, il suo maggiore handicap era la scarsità di fondi. Sarà sostenuto in questa sede che l’apporto nascosto di più di tre milioni di dollari tra il 1949 e 1960, soprattutto da fonti governative Americane, fu cruciale per gli sforzi di stimolare il supporto di massa al Piano Schuman, alla Comunità Europea di Difesa e al Parlamento Europeo con poteri sovrani. Questo contributo segreto non ha mai formato meno della metà del budget del Movimento Europeo e, dopo il 1952, probabilmente mai meno dei due terzi. Contemporaneamente, si cercò di indebolire la devota resistenza del governo Laburista Britannico alle idee federaliste.
Questo saggio si focalizza sul carattere Americano di queste attività. Il tramite per l’assistenza Americana fu il Comitato Americano per l’Europa Unita (ACUE), diretto da figure di livello elevato dell’intelligence Usa. Questo corpo fu organizzato nei primi di Settembre del 1948 da Allen Welsh Dulles, poi a capo di un comitato che visionava l’organizzazione della Central Intelligence Agency (CIA) per conto del Consiglio Nazionale di Sicurezza (NSC), e da William J. Donovan, ex direttore dell’Ufficio dei Servizi Strategici per il tempo di guerra (OSS). Essi rispondevano a richieste di assistenza separate del Conte Richard Coudenhove-Kalergi, attivista veterano Pan-Europeo nato in Austria, e di Churchill. L’ACUE lavorò a stretto contatto con funzionari governativi Statunitensi, in particolare coloro presenti nell’Amministrazione per la Cooperazione Economica (ECA) e con il Comitato Nazionale per l’Europa Libera
Le affermazioni avanzate in questo saggio sono principalmente tratte da raccolte di documenti privati depositati in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, inclusi gli stessi archivi dell’ACUE. Esse hanno tuttavia ricevuto un supporto essenziale da una tesi di dottorato sul primo periodo del Movimento Europeo, portata a termine da F. X. Rebattet all’Università di Oxford nel 1962, ma disponibile alla visione pubblica dai primi anni ’90. F. X. Rebattet era figlio del segretario generale del Movimento Europeo e il suo studio fu condotto avendo pieno accesso ai documenti privati del Movimento e con la cooperazione delle sue figure di spicco. Pur essendo basato su archivi collocati in Belgio invece che in Gran Bretagna e Stati Uniti, il lavoro di Rebattet conferma le conclusioni di questo saggio ed è degno di nota per la sua franchezza circa il tema dei fondi Americani segreti.
Nonostante l’attività dell’ ACUE induca interrogativi immediati e precisi circa il ruolo degli aiuti Usa nello stimolare il sentimento federalista popolare nell’Europa del dopoguerra, è importante non perdere di vista le più ampie conclusioni riguardanti la natura dell’intervento Americano in Europa che possono essere tratte da questo episodio. Le origini di questo programma non stanno tanto nelle formali disposizioni da parte dell’NSC, alle quali gli storici dell’intelligence hanno attribuito molta importanza, quanto in una rete transatlantica informale ed impersonale creata dai membri dell’intelligence e della comunità di resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. L’aiuto Usa ai gruppi non comunisti in Europa venne mandato, fino al 1950, attraverso canali non ufficiali, benché con il supporto e l’approvazione del governo.
L’ACUE rappresenta la filosofia sottostante di molte di queste operazioni segrete. Esso non tentò di manipolare organizzazioni o individui. Piuttosto, cercò veicoli genuinamente indipendenti che sembrassero complementari alla politica Americana e tentò di farli crescere. La storia dell’ACUE ci mostra politici Europei di primo piano in cerca di un supporto Americano che non desse molto nell’occhio, piuttosto che la CIA in cerca di alleati. Questo, insieme all’osservazione comune secondo cui molti Europei riceventi assistenza segreta appartenessero alla sinistra non comunista, conferma l’intelligente denominazione di queste attività come “Cospirazione Liberale” da parte di Peter Coleman.
Molti Americani che lavoravano per l’ACUE erano o essi stessi federalisti determinati con interessi nelle Nazioni Unite o, altri, vedevano il federalismo Americano come un modello politico ideale che avrebbe potuto essere adottato altrove. L’ACUE credeva che gli Stati Uniti avessero una ricca esperienza da offrire nel campo dell’assimilazione culturale. In questo modo, la storia dell’ACUE può anche essere interpretata come esempio dell’ America vista come una “nazione-idea” che esporta i suoi valori e la sua cultura, come descritta dall’ultimo Christopher Thorne. E’ anche abbastanza impressionante che lo stesso piccolo gruppo di alti funzionari, molti di essi dalla comunità dell’intelligence Occidentale, furono cruciali nel supportare i tre più importanti gruppi di élite internazionale emergenti negli anni ’50: il Movimento Europeo, il gruppo Bilderberg ed il Comitato Jean Monnet per gli Stati Uniti d’Europa. Infine, in un tempo in cui alcuni antifederalisti Britannici vedevano un continuo “rapporto speciale” con gli Stati Uniti come alternativa al (forse anche un rifugio dal) federalismo Europeo, è ironico che le iniziative di qualche federalista Europeo avessero dovuto essere sostenute dal supporto Americano.
Le operazioni segrete Usa in Europa
Qualsiasi analisi dell’ACUE deve essere inserita nel contesto di un più largo programma di operazioni segrete Usa in Europa. Tra il 1948 e il 1950 ciò si espanse rapidamente, in parte in risposta alla pressione da parte di alti funzionari del Dipartimento di Stato come George Kennan, capo del Policy Planning Staff. Il 6 Gennaio 1949, Kennan scrisse a Frank Wisner dell’Ufficio di Coordinamento della Polizia (OPC), il responsabile ufficiale, che le operazioni previste per il 1949-50 rispondevano solo alle esigenze minime. “Man mano che la situazione internazionale si sviluppa, ogni giorno è più evidente l’importanza del ruolo che dovrà essere giocato dalle operazioni segrete se il nostro interesse nazionale dovrà essere adeguatamente tutelato”. Le responsabilità della direzione di operazioni segrete Usa prima del 1950 sono difficili da discernere ed erano problematiche al tempo. Subito dopo la guerra tali attività furono svolte da una strana varietà di enti privati e, anche, organizzazioni militari che avevano assorbito alcuni elementi provenienti dall’OSS. Dopo il Giugno del 1948, comunque, queste attività furono in teoria soprintese dall’OPC di Frank Wisner, istituito dalla direttiva NSC 10/2, che richiamò il bisogno di operazioni segrete che “se scoperte avrebbero potuto essere plausibilmente rinnegate, nella sua responsabilità per esse, dal Governo degli Stati Uniti. Nonostante l’OPC comparse sotto la tutela amministrativa della CIA, prendeva ordini dal Dipartimento di Stato e l’NSC, perché la NSC 10/2 aveva stabilito che nonostante il Dipartimento di Stato non avrebbe preso alcuna responsabilità per le operazioni dell’OPC, lo Stato avrebbe dovuto tuttavia “mantenere una guida solida e forte”. Vi era la ricetta per lotte interne e confusione, come un ufficiale dell’OPC osservò: “L’autorità separata o divisa non funziona mai. Nessuna persona o agenzia può servire insieme Dio (SNC) e Mammona (lo Stato) e un Capo Supremo Amministrativo e Finanziario, tale quale il Direttore della CIA è adesso”. Nel 1950, il nuovo direttore della CIA, Walter Bedell Smith, insistette che l’OPC fosse pienamente integrata con la CIA, un processo che si rivelò essere lento e maldestro.
La coordinazione fu inoltre impedita dal ristretto numero di funzionari del Dipartimento di Stato a cui le operazioni segrete furono rivelate. Persino alcuni capi di divisione non possedevano un quadro completo delle attività Statunitensi entro il loro campo di responsabilità. Ad un certo punto George Kennan ed altri due membri del Policy Planning Staff, Maynard Barnes e John Davies furono i soli funzionari del Dipartimento di Stato a cui era permessa la “piena conoscenza delle operazioni dell’OPC”. Quando Kennan volle assegnare a più personale del Dipartimento di Stato il compito di coordinare operazioni segrete, venne subito bloccato perché non gli era permesso di dire ai capi di divisione, che mancavano di un adeguato margine di sicurezza, cosa stesse facendo.
Nonostante questa iniziale confusione amministrativa gli ampi obiettivi delle operazioni Americane nell’Europa del dopoguerra sono adesso chiari. Essi si suddividono in cinque categorie. In primo luogo i partiti politici, spesso la sinistra non comunista ed il centro, furono sussidiati. Durante le elezioni Italiane del 1948, ad esempio, vari gruppi politici furono pagati milioni di dollari, il che aiutò a rivitalizzare la fino ad allora fiacca campagna del futuro primo ministro, De Gasperi. In secondo luogo, nella lotta per il controllo delle organizzazioni internazionali del lavoro e dei sindacati di Italia e Francia, sindacalisti Americani ed Europei aiutarono a indebolire la Federazione Mondiale dei Sindacati controllata dai Sovietici. I membri fedelmente anti-comunisti della Federazione Americana del Lavoro (AFL), guidati da David Dubinsky, Jay Lovestone e Irving Brown, furono spesso più zelanti rispetto a quanto le agenzie governative ritenevano opportuno.
In terzo luogo, gli Stati Uniti tentarono di influenzare le mode intellettuali e culturali in Europa, finanziando diversi gruppi, conferenze e pubblicazioni. Questo rifletteva l’assunzione che gli intellettuali fossero importanti creatori di opinioni nell’Europa continentale. Ciò fu intrapreso in competizione con i finanziamenti Sovietici, dando luogo alla “battaglia dei festival”. Gli esempi documentati in modo migliore sono il Congresso per la Libertà Culturale e la rivista Encounter, alla quale contribuirono luminari del calibro di Raymond Aron, Stephen Spender e Arthur Koestler.
Con un importante cambio di politica, molte attività culturali vennero poste nella primavera del 1951 sotto il nuovo dipartimento della CIA, l’International Organizations Division. L’uso di organizzazioni private aveva preso piede fin dal 1947, incoraggiato da Allen Dulles, un appassionato di operazioni segrete, che aveva anche utilizzato la sua posizione come presidente del Comitato per le Relazioni Internazionali per cercare l’aiuto di fondazioni Usa per progetti come una università “ponte” per esuli Europei a Strasburgo. Nei tardi anni ’50, tuttavia, quando Dulles scambiò il suo ruolo di consigliere informale dell’NSC per un posto di livello più elevato nella CIA, scoprì che operazioni con gruppi giovanili, sindacati e organizzazioni culturali mancavano di coerenza ed erano frammentate, essendo disperse in modo disordinato lungo sezioni organizzate in senso geografico. Nelle parole del funzionario della CIA, quest’area era una “discarica operazionale”. L’International Organizations Division fu proposta dall’Assistente Speciale di Dulles, Thomas W. Braden, per soprintendere a tutto questo lavoro. Benché controversa, la proposta fu fatta approvare con il supporto di Bedell Smith e Braden fu a capo di questa divisione finché fu sostituito da Cord Meyer nel 1954. Il lavoro fatto da Braden, Dulles e Bedell Smith come direttori dell’ACUE andò di pari passo con la loro riorganizzazione amministrativa della CIA e lo sviluppo di nuovi controversi programmi che avrebbero avuto alla fine ripercussioni dentro gli Stati Uniti, oltre che l’Europa.
L’International Organizations Division di Braden fu anche coinvolta nel quarto tipo di operazione segreta Statunitense – provocare discordanza negli stati satelliti. Questo sforzo fu incanalato attraverso il Comitato Nazionale per l’Europa Libera, più tardi conosciuto come Comitato Europa Libera, il quale controllava Radio Europa Libera e Radio Liberty. La maggior parte del lavoro, fatto con l’aiuto di irascibili gruppi di esuli sotto l’Assemblea delle Nazioni Europee Prigioniere (ACEN), fu coordinato dalla nascente stazione della CIA di Monaco, che dette aiuto anche a gruppi di resistenza nell’Europa dell’Est. Infine, l’OPC e poi la CIA crearono delle reti stay-behind o GLADIO progettate per offrire resistenza e addestrarono persone rimosse dall’Europa dell’Est come forze speciali, contro la possibilità di un’incursione Sovietica in Europa Occidentale. Questo programma fu molto attivo nel periodo 1948-49, quando qualcuno nella comunità intelligence Usa credeva che la guerra potesse scoppiare solo sei mesi più avanti. Di questi programmi complementari, il tentativo di promuovere il federalismo Europeo rimane quello meno a fondo esplorato.
Churchill, Donovan e Dulles
Le origini degli aiuti segreti ai federalisti Europei possono essere ricondotte a Coudenhove-Kalergi. Come altri prominenti pan-Europeisti del periodo fra le due guerre, del tipo di Aristide Briand e il Ministro degli Esteri Francese, le sue idee dovevano molto alla disillusione causata dalla Prima Guerra Mondiale. Esiliato negli Stati Uniti nel 1943, nel Marzo 1947, alla vigilia dell’inaugurazione del piano Marshall, stava persuadendo con successo il senatore Americano J. W. Fulbright e E. D. Thomas per supportare, al congresso, l’idea dell’unione Europea e riuscì a far passare le mozioni a favore degli “Stati Uniti d’Europa” al senato e alla Camera dei Rappresentanti. Allen Dulles e William J. Donovan, che si era unito alla campagna di Coundenhove-Kalergi per il supporto Americano nel 1947, si unirono ora per creare il Comitato, di breve vita, per un’Europa Libera e Unita, progettato per pubblicizzare l’unità Europea negli Stati Uniti ed offrire sostegno ai gruppi federalisti in Europa. Esso fu formalmente fondato il 19 Aprile 1948 con il senatore Fulbright come presidente e William Bullitt, ex ambasciatore in Francia, come vice-presidente. Ma questo comitato fu destinato a godere di poco più che un’esistenza sulla carta.
Inoltre, nell’estate del 1948 un gruppo rivale, l’International Executive of the European Movement, strettamente legato a Winston Churchill, arrivò a New York per mettere fretta alla formazione di un comitato Americano per sostenere i loro sforzi per l’unificazione. La missione era guidata dal presidente dell’International Executive del Movimento Europeo, Duncan Sandys, e comprendeva il segretario generale Joseph H. Retinger e il capo del sotto-comitato alle finanze del Movimento Europeo, Major Edward Berrington-Beherens. Per evitare l’imbarazzo di due comitati Americani che supportavano due gruppi rivali, il Conte Coundenhove-Kalergi, che si era rivelato essere un personaggio piuttosto permaloso e difficile, fu estromesso tra risentite recriminazioni. Un nuovo corpo, il Comitato Americano per l’Europa Unita (ACUE) fu fondato per sostenere Churchill e il Movimento Europeo. Nonostante Churchill fosse adesso solo leader dell’opposizione in Gran Bretagna, rimaneva il più prestigioso uomo di stato Europeo.
Inoltre, Churchill fu l’effettivo fondatore del Movimento Europeo. Già il 21 Marzo 1943 offriva la sua visione di un’Europa Unita in un discorso radiofonico:
Si può immaginare che sotto un’istituzione mondiale che incarni o rappresenti le Nazioni Unite, e un giorno tutte le nazioni, possano prendere vita un Parlamento Europeo e un Parlamento Asiatico … Dobbiamo provare a rendere il Parlamento Europeo … una reale ed effettiva Lega con tutte le più potenti forze interessate intersecate nella sua rete, con una Corte Maggiore per risolvere le dispute e con forze, forze armate, nazionali o internazionali o entrambi, tenute pronte a imporre queste decisioni e prevenire nuove aggressioni o la preparazione di guerre future.
A Novembre del 1945, Churchill parlava di “Stati Uniti d’Europa”. Nonostante personalmente più entusiasta per la riconciliazione Franco-Tedesca che per l’unione Europea, egli era stato tuttavia la figura centrale ad un congresso di spicco di gruppi federalisti tenuto a L’Aia nel Maggio 1948, il quale invocò un parlamento Europeo con poteri effettivi per l’unione politica. Libero da responsabilità di governo, Churchill aveva più tempo per questo impegno e non c’è dubbio che il suo gruppo fosse il candidato più promettente per il supporto Usa.
Il Movimento Europeo provò, in maniera abbastanza incerta, a concentrare e coordinare gli sforzi dei gruppi pro-unità in tutta l’Europa. Benché numerosi, i loro approcci erano così diversi che rimane difficile misurare l’estensione del loro supporto popolare. Fu probabilmente più forte in Francia dove, già dal 1949, il Ministero degli Esteri, che inizialmente non aveva interesse nell’unità Europea, fu costretto ad interessarvisi maggiormente “in parte come risposta ad una crescente domanda pubblica”. Il primo ministro Francese, George Bidault, e alti funzionari Francesi decisero che l’idea di un Parlamento Europeo stava “crescendo in popolarità” in parte perché il federalismo sembrava offrire una soluzione al problema Tedesco. Al contrario, il federalismo godeva di poca popolarità in Gran Bretagna. Nonostante le idee dell’“Unione Federale Britannica” tra le due guerre, supportata da figure prominenti come Lord Lothian, influenzò un’intera generazione di Europei, le sue adesioni erano scarse. Nel frattempo il nuovo governo laburista rimaneva scettico circa le iniziative federaliste.
Il Movimento Europeo focalizzò le sue speranze sull’Assemblea Europea a Strasburgo, che nacque dal trattato di Bruxelles del 17 Marzo 1948. Alla fine dell’Ottobre 1948 i poteri coinvolti nel trattato di Bruxelles decisero di istituire il Consiglio d’Europa, consistente di un Consiglio dei Ministri e un Parlamento Europeo consultivo che, in pratica, funzionava come un’assemblea irregolare di delegati nazionali. Questa decisione fu confermata in un incontro di ministri degli esteri a Londra dove lo Statuto del Consiglio d’Europa fu firmato come Trattato di Westminster il 5 Maggio 1949. Nell’Agosto 1949 l’Assemblea del Consiglio d’Europa tenne la sua prima seduta a Strasburgo.
L’ACUE e il suo predecessore di breve durata erano solo due dei tanti comitati “Americani” e “Liberi” istituiti nel 1948 e 1949. Esempi ben documentati includono il Comitato Nazionale per un’Europa Libera (dopo chiamato Comitato per l’Europa Libera) e il Comitato per l’Asia Libera (dopo Fondazione Asia). Il Comitato per l’Europa Libera, formato nel 1948 dal diplomatico in pensione Joseph E. Grew sulla richiesta di Kennan, lavorò in stretto contatto con la CIA per mantenere i rapporti tra i gruppi di esuli nell’Occidente e il blocco Orientale. La loro campagna, “tenere viva la speranza di liberazione dell’Europa dell’Est”, fu annunciata pubblicamente nel 1949 dall’appena ritirato governatore militare Americano in Germania, il generale Lucius D. Clay. Gli aderenti iniziali includevano molte importanti figure governative come l’ex assistente segretario di Stato, Adolphe Berle, Allen Dulles ed ex personale dell’OSS come Frederich R. Dolbeare. Il Comitato per l’Europa Libera aveva intenzione di ricavare le sue risorse da sottoscrizioni private e diverse fondazioni, ma in realtà la maggior parte dei suoi finanziamenti venne dal governo Usa tramite canali gestiti dalla CIA. Comitati paralleli furono fondati simultaneamente per gestire la Guerra Fredda o i temi della ricostruzione. Donovan si era già unito con Berle per fondare il Comitato per lo Sviluppo Sociale ed Economico in Italia, per coordinare insieme l’aiuto al sud più povero con l’atteggiamento pro-Americano e l’aiuto al governo. Nel frattempo, Dulles aveva fondato il Comitato Americano in Germania. Sia lui che Donovan erano preoccupati dall’accelerazione della guerra Fredda in Europa e già nel 1947 Donovan girò l’Europa per valutare la penetrazione Comunista nei sindacati, mentre Allen Dulles scrisse uno studio dettagliato a supporto del Piano Marshall.
Figure di alto rilievo dall’intelligence Usa fornirono la leadership dell’ACUE per i suoi primi tre anni. Il presidente fu Donovan che, nonostante la scomparsa dell’OSS, non era in pensione e continuò a lavorare per la CIA fino al 1955. Il vice presidente fu Allen Dulles e l’ordinaria amministrazione dell’ACUE era controllata da Thomas W. Braden, direttore esecutivo, che aveva anche prestato servizio nell’OSS. Braden prese formalmente parte alla CIA come assistente speciale di Allen Dulles alla fine del 1950. Donovan e Allen Dulles erano celebri per il loro lavoro nello spionaggio, che avrebbe probabilmente scatenato interrogativi imbarazzanti circa la natura dell’ACUE. Perciò a loro volta, durante gli anni ’50, Dulles, Braden e infine Donovan furono succeduti da figure meno celebri.
La struttura dell’ACUE somigliava a quella del Comitato per l’Europa Libera, con il quale aveva condiviso membri. Ufficialmente incorporato nel Febbraio 1949, il Consiglio d’Amministrazione dell’ACUE fu ricavato da quattro principali gruppi: importanti nomi dal governo, come Clay, Bedell Smith, il Segretario di Stato in caso di Guerra Robert T. Paterson e il Direttore del Bilancio James E. Webb; personale ECA e altri funzionari responsabili della formulazione della politica Usa in Europa, compreso l’amministratore ECA Paul Hoffman, i deputati e amministratori ECA Howard Bruce e William C. Foster e il rappresentante Usa al Consiglio Nord Atlantico Charles M. Spofford; illustri politici, finanzieri e avvocati tra i quali Herbert H. Lehman, Charles R. Hook e Conrad N. Hilton; e figure dell’AFL-CIO (American Federation of Labor and Congress of Industrial Organizations) già coinvolte in politica e nei sindacati, specialmente Arthur Goldberg, ora capo consulente per la CIO, che aveva amministrato il tavolo di lavoro dell’OSS, e i noti sindacalisti David Dubinsky e Jay Lovestone.
La funzione primaria dell’ACUE era di finanziare gruppi non ufficiali che lavoravano per l’unità, molti dei quali si originarono – o trassero i loro membri – da gruppi di resistenza in guerra con cui Donovan e Dulles avevano lavorato in precedenza. I suoi direttori enfatizzavano i recenti risultati dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea (OECE), vedevano questa e la futura unità politica fornire “i legami per una reale forza” di un’organizzazione NATO. Nel 1950 sostenevano (in modo un po’ iperbolico) che proposte recenti per una Comunità di Difesa Europea fossero “al centro delle disposizione militari della NATO”. L’assunzione che sosteneva la maggior parte del pensiero dell’ACUE era che l’unificazione avrebbe risolto i vecchi problemi del nazionalismo Europeo, rappacificando la Francia e gli altri tramite lo sfruttamento della forza militare tedesca. Donovan, in particolare, preferiva il Piano Schuman, uno schema per integrare l’industria pesante in Francia e Germania, per tali ragioni. Criteri severi furono impostati per la concessione di sussidi: i programmi dovevano essere “concreti” e il gruppo supportato doveva credere in un rapido piuttosto che graduale avvicinamento all’integrazione Occidentale Europea; si comprendeva il supporto per: (a) il potenziamento del Consiglio d’Europa raggiungendo una più grande autorità politica, (b) le prime realizzazioni degli scopi di base del Piano Marshall, del Atto di Reciproca Sicurezza e dell’Organizzazione Nord Atlantica per la Sicurezza. I programmi riceventi supporto dovevano anche facilitare l’inclusione della Germania Occidentale dentro un’Europa unificata ed avere il potenziale per influenzare una sostanziale fetta di opinione in Europa. Infine, il loro lavoro “non doveva essere in contrasto con la politica estera degli Stati Uniti”. Gli scopi secondari dell’ACUE, pienamente dichiarati, comprendevano pubblicizzare l’unità Europea all’interno degli Stati Uniti, influenzando il Congresso sui temi Europei e sponsorizzando ricerche e studi sul federalismo. Questo ampio lavoro permetteva all’ACUE di mantenere una consistenza pubblica con uffici a New York.
Nonostante l’esistenza di questo apparato Statunitense ben organizzato, furono i gruppi Europei in competizione che cercavano un certo supporto Americano a stabilire il suo programma. Il Movimento Europeo aveva detto all’ACUE in termini non ambigui che esso voleva “supporto morale e soldi”. Nel Marzo 1949 Churchill visitò New York per discutere i dettagli finali con Donovan e Dulles e anche per partecipare al pranzo formale dell’ACUE che ebbe la forma di un pranzo pubblico in suo onore. Egli seguitò chiedendo, il 4 Giugno, che finanziamenti a breve termine l’ACUE potesse fornire. In pratica, il controllo del denaro passò subito a Duncan Sandys, genero di Churchill e presidente dell’esecutivo internazionale del Movimento Europeo. Il 24 Giugno, Sandys scrisse a Donovan in modo confidenziale impostando le sue richieste. Il Movimento Europeo, quasi in bancarotta, aveva bisogno di 80.000 £ per sopravvivere altri sei mesi.
Cord Meyer, che si era unito all’Organizzazione Internazionale Braden nel 1951, ricorda che
i leader politici e culturali Europei i quali sollecitarono il nostro aiuto … lo fecero a condizione che non ci fosse alcuna pubblicità, poiché la macchina della propaganda comunista avrebbe potuto sfruttare ogni chiara prova di un supporto ufficiale Americano per dimostrare che essi fossero burattini nelle mani degli Americani imperialisti
Per questo motivo, mentre Sandys implorava un “larghissimo contributo dall’America”, era contemporaneamente “molto ansioso perché il supporto finanziario Americano al Movimento Europeo non avrebbe dovuto essere scoperto”, neppure dal Consiglio Internazionale del Movimento, per evitare accuse di “ingerenze Americane”. Sandys e l’ACUE temevano le accuse sovietiche di capitalismo imperialista Usa.
Churchill, insieme il più rilevante difensore dell’unità Europea e il più celebre “predicatore” transatlantico, fu la connessione cruciale tra l’ACUE e il Movimento Europeo. Godeva di impareggiabili contatti personali con leader Americani ed Europei; la sua attrazione verso l’intelligence e il sovvertimento lo tenne in contatto con professionisti di entrambi i lati dell’Atlantico; condivideva la visione di Allen Dulles e Donovan per la quale la promozione dell’unità Europea attraverso l’ACUE fosse la “controparte non ufficiale” del Piano Marshall. Nel 1949, Churchill aderì anche ai più ampi obiettivi dei vari comitati di libertà nell’Europa dell’Est. L’ACUE e il Movimento Europeo avrebbero dovuto unire le forze con il Comitato per l’Europa Libera perché l’unità Europea implicava niente di meno che la liberazione dell’Europa dell’Est. Nel suo discorso al pranzo formale dell’ACUE a New York il 29 Marzo 1949, Churchill affermò:
Non ci può essere pace permanente mentre dieci capitali dell’Europa dell’Est sono nelle mani del governo comunista Sovietico. Le nostre relazioni con queste nazioni sono divise da una cortina di ferro. Mandano i loro delegati ai nostri meeting e conosciamo i loro sentimenti e quanto sarebbero contenti di essere incorporati nella nuova Europa Unita … Noi perciò prendiamo come nostro obiettivo ed ideale niente di meno che l’unione dell’Europa per intero
I delegati ai quali Churchill si riferiva erano soprattutto dell’Assemblea delle Nazioni Prigioniere Europee (ACEN), che fu vista nel 1949 come espressione di un collegamento tra l’unità Europea e la liberazione, anche se distante. Durante una conversazione nel 1949 con William Hayter, presidente del Comitato Misto dell’Intelligence Britannica a Londra, Kennan affermò che nonostante né l’Europa dell’Est né la Gran Bretagna avrebbero probabilmente aderito ad un’Europa federale nel breve termine tuttavia, nel lungo termine, l’Europa poteva solo viaggiare verso il federalismo, o l’unificazione come “Fase Due”, una volta che la troppo estesa Unione Sovietica si fosse ritirata nei suoi confini.
Stabilizzare il Movimento Europeo
Paradossalmente, mentre il livello del supporto dell’ACUE per le attività in Europa raggiunse il suo apice solo dopo il 1952, esso ebbe la sua più profonda influenza tre anni prima. Nel 1949 e 1950, salvò il Movimento Europeo dal crollo finanziario durante il primo meeting dell’Assemblea Consultiva del Consiglio d’Europa a Strasburgo. Nonostante il sostanzioso aiuto economico dato dall’ACUE nel 1949, Braden ritornò dall’Europa nei primi anni ’50 per riferire che, ancora una volta, “il Movimento è a corto di finanziamenti”. L’ACUE aveva supportato conferenze tenute a Bruxelles a Febbraio del 1949 e a Westminster nell’Aprile 1949, le quali avevano posto le fondazioni per il Consiglio d’Europa, e stava pagando parte del costo di segreteria e amministrazione del Movimento Europeo. Ciò mise sotto stress le risorse dell’ACUE, in un periodo in cui esso si affidava in parte a donazioni private.
Nel 1950 L’ACUE aiutò anche a risolvere imbarazzanti problemi di leadership in Europa. Nella prima estate, in seguito a discorsi con leader del Movimento Europeo, inclusi Spaak e il ministro degli esteri Belga Paul van Zeeland, Braden e Donovan conclusero, abbastanza prematuramente, che l’Europa fosse in procinto di diventare una federazione. Essi credevano che se quelli che stavano prendendo il comando avessero ricevuto immediatamente un sostanziale aiuto, enormi progressi sarebbero avvenuti l’anno seguente. Allo stesso tempo percepivano un apparentemente inamovibile ostacolo, la crescente resistenza dei Britannici a un’Europa federale. Il governo Britannico dei laburisti, anche se non anti-Europa, preferiva una collaborazione inter-governativa di stati indipendenti e resisteva fieramente ad ogni diminuzione di sovranità. Il Segretario agli Affari Esteri Britannico, Ernest Bevin, aveva giocato un ruolo chiave nel diminuire l’efficacia del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
La resistenza Britannica aumentò alla fine del 1949 e all’inizio del 1950 in quanto il presidente del Movimento Europeo stesso, Duncan Sandys, lavorando a stretto contatto con Churchill, percepì che il Movimento stava andando troppo veloce rispetto a quanto essi, il Partito Conservatore Britannico, desiderassero. Nonostante Sandys avesse in precedenza tenuto discorsi con tonalità fortemente federaliste, invocando gli “Stati Uniti d’Europa” a Bruxelles fin dal Novembre 1945, non aveva però pensato chiaramente alle implicazioni per la politica estera della Gran Bretagna. La leadership di Sandys era ora scomoda e ciampicava. Il risultante disaccordo ebbe effetti materiali sulla buona sorte del Movimento Europeo, poiché erano state queste dispute sempre più aperte che avevano dissuaso gli Svizzeri dal fornire ulteriori finanziamenti già dal 1948. Nei primi anni ’50 il Movimento Europeo, un entità sempre in qualche modo frammentata, era vicino alla disintegrazione, con l’influente Unione Europea dei Federalisti con base in Francia ritiratosi dall’esecutivo internazionale del Movimento Europeo per protesta.
Nel Giugno 1950, L’ACUE aveva improvvisamente rifiutato di continuare a finanziare il discordante Movimento Europeo, rimandando Donovan e Braden in Europa in missione per scoprire cosa stesse succedendo. Braden confermò che il Movimento Europeo era lacerato tra la sua leadership Britannica e continentale: l’aumento di dichiarazioni anti-federaliste del governo Britannico aveva forzato la mano a Spaak e ai federalisti continentali. Spaak confidò che era stato riluttante a perseguire un veloce federalismo continentale in assenza del supporto Britannico, tenendo conto della stretta relazione tra Londra e Washington. Se gli Usa lo avessero supportato, comunque, egli sarebbe andato avanti senza la Gran Bretagna, sapendo che “la Gran Bretagna sarà costretta prima o poi, in maggiore o minore grado, ad unirsi”. Braden avvertì i direttori dell’ACUE che a meno che essi non avessero sostenuto i federalisti continentali la leadership della volontà del continente “andrà inevitabilmente ai Laburisti Britannici”, con conseguenze catastrofiche per l’unificazione. Una volta che Braden promise più supporto da parte dell’ACUE a Giugno, Spaak fu disposto a rilevare la leadership del Movimento Europeo.
In questo evento Sandys offrì poca resistenza. Sul finire del 1949 e l’inizio del 1950 Sandys si era sforzato con grande difficoltà a trovare un compromesso che avesse abbracciato sia la reticenza degli elementi Britannici e Scandinavi sia le posizioni federaliste assunte da persone come Henry Frenay, presidente dell’Unione Europea dei Federalisti. I fatti avevano raggiunto un’impasse già il 16 Dicembre 1949 in un meeting ad hoc dei vertici del Movimento Europeo, due dichiarazioni di compromesso erano state lungamente discusse e alla fine rigettate. Il Segretario Generale del Movimento Europeo, Joseph Retinger suggeriva dal Marzo 1950 le dimissioni di Sandys, ma nei mesi che seguirono la crescente pressione rese questo sviluppo inevitabile. In una lettera a Sandys, Retinger spiegò in maniera franca le ragioni della sua partenza: “I diversi Movimenti che compongono il Movimento Europeo stanno osservando con crescente sospetto le Sue attività; i nostri amici Americani non sono d’accordo con le Sue tattiche”. Nel Luglio 1050, poco dopo la missione di Braden e Donovan, Sandys lasciò e i componenti federalisti di Spaak presero il controllo. Nonostante non apertamente toccata nella corrispondenza concernente le dimissioni di Sandys, la questione finanziaria aveva chiaramente costituito un’ulteriore argomento di confronto tra i massimi membri del Movimento Europeo. Lo studio degno di nota di Rebattet suggerisce che l’intera struttura finanziaria sotto Sandys era “molto poco ortodossa”. Nel corso del 1949, forti attacchi vennero fatti contro Sandys circa la natura di alcune delle spese effettuate ed un certo “sperpero di finanziamenti”. Nel 1950, fu lasciata in eredità a Spaak “una pessima situazione finanziaria” e delle discussioni sviluppate circa la distribuzione di nuove fette di finanziamenti che stavano cominciando ad arrivare dagli Stati Uniti. L’ACUE giocava ora un ruolo rilevante. Sotto Spaak, col supporto dell’Unione Europea dei Federalisti e dei fondi dall’ACUE, il segretariato internazionale del Movimento Europeo fu trasferito da Londra e Parigi a Bruxelles.
La riorganizzazione del Movimento Europeo si adattava con l’infelice offerta dell’Ottobre 1949, da parte del Dipartimento di Stato, di inserire Spaak come direttore generale al timone dell’OEEC. Con le parole di John Gillingham, la “scelta Americana per ‘Mr. Europa fu Paul-Henri Spaak”, ma il temporeggiare e i sospetti della Gran Bretagna prevennero la sua nomina. Si aspettava che la leadership di Spaak trasformasse la natura del Movimento Europeo. Un “segretariato efficiente e con uno staff adeguato” fu instituito a Bruxelles, con rappresentanti nazionali con esperienza, compreso George Rebattet, l’ex segretario della resistenza Francese e Léon Radfoux, ex Chef de Cabinet di Spaak. L’obiettivo principale di questo nuovo segretariato era di generare un’ondata di supporto popolare per il federalismo attraverso “l’attivazione di una forte campagna di propaganda in tutti i paesi”, inclusa una settimana dell’Europa unita, enfatizzata da discorsi di Bidault, Spaak e van Zeeland. Braden riportò che gli obiettivi fossero un’area di libero commercio con una moneta unica e libero spostamento di lavoro, e l’accordo secondo cui le raccomandazioni adottate dall’assemblea consultiva del Consiglio d’Europa a Strasburgo sarebbero dovute essere dibattute nei parlamenti nazionali.
L’ACUE e la Politica Estera Americana
Quanto da vicino l’ACUE seguì la politica Americana mainstream nel periodo 1949-51? Sorgono subito due problemi: primo, mentre i registri dell’ACUE sono aperti alla pubblica ispezione, i verbali dei comitati che coordinavano gli aspetti manifesti e segreti della politica Americana rimangono chiusi. Secondo, nonostante l’amministrazione Usa convenne che un’Europa federale fosse il suo obiettivo, era divisa su quanta pressione esercitare. Alcune parti dell’amministrazione Truman erano più legate all’ACUE che altre.
L’ACUE seguì da vicino la politica Americana nei suoi tentativi di legare l’unità Europea alla causa degli esuli dell’est Europa e nella politica di guerra designata a creare malcontento negli stati satelliti. Nel Maggio 1950, durante la conferenza tripartita dei ministri degli esteri a Londra, gli Stati Uniti convinsero Gran Bretagna e Francia ad associare come membri del Consiglio d’Europa i gruppi degli esuli. Un anno più tardi la Casa Bianca promosse i piani del Dipartimento di Stato di accelerare tali sforzi. Delineando le loro proposte in una speciale guida intitolata “Il Concetto di Europa”, ammisero la loro preoccupazione sul fatto che i principali sforzi propagandistici nell’Est mancavano delle “qualità positive necessarie per risvegliare le nazioni”. Diversi studi erano stati fatti nel tentativo di trovare un concetto positivo e i temi di “Unità Europea” e “Ritorno all’Europa” potevano mettere nella giusta direzione la questione. La sua natura “soltanto Europea” assicurava che non potesse essere “liquidata come un’altra manovra dell’ ‘imperialismo Americano’, “né avrebbero potuto, i Sovietici, appropriarsi dell’idea Europea nella stessa maniera con temi quali “libertà”, “democrazia” e “pace”. Siccome il Consiglio d’Europa aveva recentemente adottato una Carta dei Diritti Umani, si offriva un particolare strumento col quale evidenziare i più sgraditi aspetti del dominio Sovietico. Tutto ciò, il Dipartimento di Stato sperava, avrebbe incoraggiato le popolazioni del blocco Orientale ad irrigidire la loro resistenza alla dominazione Comunista – “rallentare la Sovietizzazione delle loro menti, specialmente delle giovani menti” – e la Casa Bianca era d’accordo. George M. Elsey, membro dello staff di Truman, notò che questo stava “andando nella giusta direzione […] un buon contributo verso l’obiettivo che stavano discutendo a mezzogiorno, ovvero, una sovversione dei paesi della Cortina di ferro”.
L’unità Europea fu più controversa, comunque, quando applicata all’Europa Occidentale. Mentre l’unificazione era una componente ufficiale e centrale della politica Usa – il Congresso l’aveva stipulata come condizione di un ulteriore aiuto del Piano Marshall – alti funzionari del Dipartimento di Stato mostrarono, già nell’incontro per la pianificazione politica nel Luglio 1949, il desiderio di evitare di alienarsi una Gran Bretagna anti-federalista e il Commonwealth con il quale gli Stati Uniti cercavano di collaborare in altre aree del mondo. Kennan stesso era scettico circa il valore di una immediata partecipazione della Gran Bretagna ad un’Europa federale, ed era ansioso di riassicurare i funzionari Britannici, parlando invece di un lungo periodo caratterizzato da un qualche tipo di “Comunità Atlantica”. Kennan aggiunse che le obiezioni Britanniche a qualsiasi fusione di sovranità con l’Europa occidentale “erano di una forza tale che dovevano essere accettate”, e che Washington non avrebbe dovuto spingere la Gran Bretagna oltre il punto in cui essa desiderasse andare.
Guardando al lungo termine, comunque, Kennan era fermamente in favore di un’Europa federale che assorbisse la Gran Bretagna, traendo la sua ispirazione per un’Europa futura dal modello Americano federale. Era “chiaro che quella unione finale fosse nella sua mente”, notò un diffidente funzionario Britannico. Kennen osservò i dolorosi aggiustamenti economici che la Gran Bretagna avrebbe dovuto fare, comparabili a quelli a cui si sottopose il New England durante l’espansione degli Stati Uniti e il probabile bisogno di un trasferimento di popolazione. A dispetto di queste speculazioni federaliste a lungo termine, Kennan ritornò dall’Europa con una più profonda comprensione dei problemi del Commonwealth, della Sterlina e della riluttanza della Gran Bretagna ad immergere la sua identità dentro un’Europa federale.
Funzionari dell’ECA e anche Spaak stesso sollecitavano costantemente Washington ad applicare una più grande pressione su Bevin per cambiare la sua idea su un’Europa occidentale integrata. Il 19 gennaio 1950, Spaak si lamentò con amarezza con Kennan e il segretario di Stato, Dean Acheson, riguardo a ciò che egli vedeva come un tentativo della Gran Bretagna di ostacolare sia l’OEEC e il Consiglio d’Europa. Quando Kennan, Paul Nitze del PPS e Charles Bohlen dall’ambasciata Parigina presero parte ad un incontro del PPS sull’Europa occidentale qualche giorno più tardi, Nitze riassunse il dilemma: dato che i legami del Commonwealth con la Gran Bretagna e i suoi timori sulla sovranità la inclinavano in direzione opposta al federalismo, una federazione continentale sarebbe abbastanza forte senza di essa? Il PPS conveniva che Bevin avesse fatto dei passi falsi nei suoi impegni verso l’OEEC e che questo richiedesse ora azione, ma non c’era un accordo sulla fusione di sovranità e sulla Germania. Bohlen, rappresentando funzionari Americani con base a Parigi, compresa l’ECA, si lamentò che gli Usa fossero riluttanti a porre una reale pressione su Londra, come facevano solitamente su Parigi, a causa delle strette relazioni di guerra: l’Impero-Commonwealth avrebbe dovuto essere smantellato, argomentò, permettendo alla Gran Bretagna di unirsi ad un’Europa federale. Kennan ribatté che il Commonwealth fosse prezioso; in ogni caso, egli non poteva immaginare Gran Bretagna e Germania lavorare insieme nel breve termine. Gli Stati Uniti avrebbero dovuto solo timidamente provare a convincere la Gran Bretagna ad avvicinarsi all’Europa.
Così, nell’Autunno del 1950, quando Donovan, anche, tentava di persuadere Acheson a spingere la Gran Bretagna a partecipare al piano Schuman, Acheson soltanto fu d’accordo a “sollecitare appropriatamente” la Gran Bretagna a prendere la strada federalista: “i Britannici stessi devono essere a giudicare se un passo così lontano quanto quello di una vera federazione con l’Europa Occidentale sia coerente con gli impegni del Commonwealth e nel migliore interesse del popolo”. Acheson vedeva una esplicita pressione verso il federalismo come controproducente, una visione che non soltanto rifletteva le discussioni del PPS durante il 1949 e 1950, ma prefigurava anche i problemi incontrati nel 1953 quando gli Stati Uniti fecero diverse pressioni per la Comunità Europea di Difesa.
L’approccio di Acheson turbò i funzionari Usa in Europa, che avevano il compito di perseguire gli accordi sulla cooperazione economica Europea. L’ambasciatore a Parigi, David K. Bruce; il rappresentante speciale ECA, Averell Harriman; il consigliere dell’ECA, Samuel Katz e l’ambasciatore a Londra, Lewis Douglas, erano tutti d’accordo che la Gran Bretagna fosse il loro “grande problema”. Harriman era il più esplicito, e incontrandosi con Bruce e John J. McCloy, l’ambasciatore Americano in Germania nel Gennaio 1950, spiegò che ne aveva abbastanza di Bevin e del Cancelliere Britannico dello Scacchiere, Sir Stafford Cripps, che trovò “stizzoso e arrogante”. “Harriman era estremamente agitato”. Egli spiegò che fino a quel momento “aveva avuto una ferma fiducia nell’attitudine Statunitense a favore la persuasione contro la coercizione”. Ma adesso “sentiva che gli Usa non dovessero più tollerare interferenze e sabotaggi dell’integrazione dell’Europa Occidentale da parte del Regno Unito … il Piano Marshall si sta sgretolando a causa dell’opposizione Britannica”. Egli aggiunse l’avvertimento che se i Laburisti Britannici avessero vinto le vicine elezioni del 1950, come appariva probabile, essi sarebbero stati “anche più impertinenti”. “Gli Usa non sopporterebbero ciò a lungo”. In un incontro del Marzo 1950, funzionari Americani di livello elevato in Europa richiesero uno studio del grado e della tempistica della pressione da apportare per influenzare la Gran Bretagna. Tuttavia Douglas, nonostante la sua visione scettica del programma laburista di spesa sociale, avvertì del pericolo di agire durante le vicine elezioni, notando che i Laburisti avrebbero potuto trarre vantaggio dall’atteggiarsi come difensori del Commonwealth contro la pressione Americana.
Per tutto questo, l’ACUE sembra non aver preteso che il Dipartimento di Stato evitasse pressioni dirette sulla Gran Bretagna o su altri paesi a favore del federalismo. Tuttavia, Donovan e Braden condividevano l’entusiasmo dell’ECA per le idee di Spaak e il federalismo rapido, e decisero di lavorarci più da vicino. Un buon esempio è la loro “missione di crisi” in Europa nel Giugno 1950. Scoraggiato da Acheson, Donovan incontrò i vertici dell’ECA a Parigi, compresi Harriman e Katz. I legami personali furono importanti qui, in quanto Katz aveva in precedenza offerto servizio come alto funzionario del ramo dell’Intelligence segreta dell’OSS, sovraintendendo operazioni in Europa in tempo di guerra. Nel frattempo David Bruce, Chief of Station dell’OSS in tempo di guerra a Londra, era stato capo dell’ECA a Parigi prima di diventare ambasciatore. Non erano questi i soli ex funzionari OSS coinvolti nella promozione della soluzione federalista nell’Europa del dopoguerra. Essi seguivano le orme di Charles P. Kindleberger e Walt W. Rostow, due economisti dell’OSS che, nel 1946, avevano persuaso James Byrnes e Jean Monnet a lanciare la sfortunata idea di una Commissione Economica Europea supportata dalle Nazioni Unite. L’ECA, felice di sapere della prossima leadership di Spaak nel Movimento Europeo, offrì la sua prudente assistenza al Movimento, che era stata “in precedenza accantonata a causa di preoccupazioni riguardo alla leadership”.
La missione di Braden e Donovan del Giugno 1950 aiutò anche a confermare la visione dell’ACUE del Partito Laburista Britannico come la più grande barriera ad un federalismo rapido in Europa. Questa analisi fu confermata dal significativo attacco che la delegazione Britannica lanciò contro i federalisti Francesi a Strasburgo nell’Estate del 1950. L’ACUE non era meramente un osservatore passivo dell’anti-federalismo Britannico e cercò di supportare dissidenti federalisti all’interno del Partito Laburista, come il Membro del Parlamento per l’Hull North-West, R. W. Mackay, che architettò una rotta di compromesso al federalismo, che diventò nota come “Piano Mackay”. Queste attività infastidirono i vertici del Partito Laburista. Dal Gennaio 1950, molte delle attività di Mackay erano dipendenti dai fondi dell’ACUE. Comunque, nel 1951, la Gran Bretagna e gli Scandinavi misero il veto alla presentazione del Piano Mackay all’intera Assemblea.
Dopo un anno di attività dell’ACUE, l’Ufficio Estero Britannico sembrava essere conscio solo della sua esplicita campagna pubblicitaria negli Usa, che aveva causato qualche seccatura a Londra. Ai primi di Febbraio del 1950, Joseph Retinger, Segretario Generale del Movimento Europeo, scrisse a Sir Stafford Cripps, Cancelliere Britannico dello Scacchiere, chiedendo se Attle e Bevin avrebbero pubblicamente affermato il loro supporto per l’unificazione Europea. Donovan desiderava tali dichiarazioni da tutti i leader Europei, intenzionato a pubblicarli insieme come parte dello sforza per convincere il Congresso a continuare gli aiuti del Piano Marshall. L’Ufficio degli Esteri concluse che, come la maggior parte degli uomini di stato Europei aveva lamentato, Bevin avrebbe dovuto dire qualcosa. Ma il messaggio di supporto di Bevin fu talmente equivoco che l’ACUE chiese all’Ufficio degli Esteri se essi avesse fatto qualche errore, solo per sentirsi dire che Bevin aveva personalmente insistito sull’inserire le frasi più offensive. L’ACUE fu ulteriormente deluso quando Churchill ed Eden, tornando al potere nel 1951, si esposero gradualmente contro le idee federaliste. Perciò, dal Novembre 1951, sia Spaak in Europa e l’ACUE negli Stati Uniti, persero sempre più speranza nel percorso di “élite” del federalismo e ritornarono alle agitazioni di massa.
L’ACUE negli Stati Uniti
E’ possibile individuare una crescente enfasi sulla pubblicità e la propaganda già nel 1950, in particolare nell’esplicito lavoro che l’ACUE condusse dentro gli Stati Uniti dai suoi uffici al 537 Fifth Avenue, a New York. L’ACUE provò a persuadere l’opinione dell’élite per supportare il federalismo Europeo. A questo fine organizzò e pagò una serie di visite e lezioni di prominenti figure Europee, incluso Churchill, Spaak e paul van Zeeland. Robert Schuman, Paul Reynaud, Konrad Adenauer e Guy Mollet seguirono la scia. La visita di Spaak durante Gennaio e Febbraio del 1951 attrasse in consistente misura l’attenzione della stampa e della radio e durante il suo tuor di sei settimane si rivolse a un pubblico di 13 città compresa New York, Palm Beach, Chicago, San Francisco e Los Angeles. Vi era raramente un momento in cui l’ACUE non avesse relatori di spessore in circolazione per gli Stati Uniti e fu sempre più all’ACUE che gruppi di studenti, college, radio e televisioni Statunitensi si rivolgevano per oratori sulle questioni Europee. Passi furono anche fatti per assicurare che l’AFL-CIO supportasse attivamente l’unificazione Europea, particolarmente il Piano Schuman, e osservatori Usa erano continuamente inviati al Consiglio d’Europa. Il congresso ricevette un’attenzione considerevole durante la prima cruciale udienza sul nuovo stanziamento del Piano Marshall del Febbraio 1950. Donovan testimoniò davanti al Comitato per gli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti circa il piano Marshall come presidente dell’ACUE e il congresso fu continuamente bombardato con letteratura federalista. Ancora più importante, Donovan a New York e Spaak a Bruxelles tennero contemporaneamente conferenze stampa in cui lanciarono il testo delle dichiarazioni pro-unità attentamente raccolte da Retinger da 50 prominenti uomini di stato Europei, dissipando efficacemente i dubbi persistenti circa l’impegno Europeo al progresso e creando una favorevolissima atmosfera per il rinnovo degli aiuti di Marshall da parte della legislatura. Nel Giugno dello stesso anno l’ambasciata Francese a Washington ringraziò Donovan per aver indirizzato un messaggio aperto al Primo Ministro Schuman a favore del Piano Schuman firmato da “118 grandi nomi Americani”, inclusi gli ex segretari di stato Marshall e Stimson, e reso pubblico in una conferenza stampa a New York da Allen Dulles. Fino al 1951 l’ACUE aveva già prodotto 17 pubblicazioni e stava pubblicando un regolare bollettino bisettimanale per farlo circolare negli Usa. Distribuì anche materiale prodotto in Europa, incluso il bollettino internazionale del Movimento Europeo, Europe Today and Tomorrow. Successivamente, in risposta alle critiche di assistenza all’Europa, l’ACUE sposto la sua attenzione in America dalle élites verso un pubblico più vasto, organizzando trasmissioni radiofoniche da parte di Donovan e suoi articoli da pubblicare in Atlantic Monthly e San Francisco Chronicle. Nell’Aprile 1952, l’ACUE acquistò un’intera pagina pubblicitaria nel New York Times intitolata “La Sopravvivenza dell’Europa”, esortando per l’unione Europea.
L’ACUE commissionò anche accademici Americani per impegnarsi in un progetto sui problemi del federalismo. Già nel 1950, Braden provava ad organizzare un importante studio sulle più efficaci strade verso l’unità, co-finanziato dall’ACUE e dalla Lega europea per la Cooperazione economica, che doveva essere svolto da una squadra condotta da Richard Bisell Jr. dell’ECA. Forse il più interessante progetto dell’ACUE fu lanciato all’Università di Harvard nel 1952. Questo progetto era gestito da un importante storico ed esperto di propaganda Europeo, Carl Friedrich, che era egli stesso impegnato per la causa federalista. Per Friedrich, l’unità Europea non aveva soltanto valore in sé, ma era un trampolino di lancio per il federalismo mondiale, idea che sviluppò nei lavori pubblicati durante gli anni ’50 e ’60. Nel 1952, l’ACUE commissionò a Friedrich un importante studio comparativo sui problemi costituzionali del federalismo in Australia, Canada, Germania, Svizzera e Stati Uniti. Lo studio, comprendente sette volumi di documenti al seguito, fu largamente diffuso e, già nel 1953, nonostante il livore circa i costi che aumentavano vertiginosamente, il lavoro continuato su di esso fu accompagnato da un lavoro sull’edizione Francese. Dal 1956 fu anche in preparazione un’edizione Italiana.
Il lavoro di Friedrich è degno di nota anche perché illustra le complesse connessioni tra l’ACUE e il Comitato per l’Europa Libera. Per tutti gli anni ’50, Friedrich lavorò anche per il Comitato per l’Europa Libera come consigliere per la zona Sovietica della Germania. Nel 1951, sollecitò una politica progressiva ad Allen Dulles e al Presidente di Radio Europa Libera, C. D. Jackson, descrivendo Berlino come una base dalla quale gli Stati uniti avrebbero potuto supportare ed espandere una rete di resistenza che, egli sosteneva, stava già “efficacemente dando fastidio le autorità Sovietiche e i loro leccapiedi dei Comunisti Tedeschi”. Nonostante Dulles e Jackson fossero d’accordo, altri funzionari Usa in Germania nutrivano crescenti dubbi sul valore di questo tipo di lavoro.
Gli accademici Americani giocarono una parte importante nell’espansione delle attività dell’ACUE. Nel 1950 fu lanciata una sezione culturale dell’ACUE, diretta da due storici Americani che avevano prestato servizio presso l’OSS, il presidente del Bennington College Frederick H. Burkhardt e William L. Langer dell’Università di Harvard. Le donazioni che essi distribuirono aiutarono ad instituire il Centro Culturale Europeo a Ginevra ed assistettero l’Unione Inter-Universitaria dei Federalisti. L’ACUE si interessò anche al Collego d’Europa a Bruges, progettato per fornire addestramento a futuri funzionari Europei. Una delle attrazioni del College era la sua leadership che aveva giocato una parte attiva nella resistenza in guerra. Uno dei suoi responsabili, il Dr. H. Brugman, era di importante influenza sulle idee federaliste che circolavano entro i movimenti di resistenza Europei, come dichiarato in riviste clandestine come l’Olandese Het Parool e la Francese Combat and Résistance. Nel Giugno 1951, l’ACUE offrì borse di studio a studenti Americani per frequentare il college. I leader culturali e gli accademici Americani, si affermava, avrebbero potuto offrire ad un’Europa in via di federalizzazione i benefici della “nostra esperienza” – buona e cattiva – nel campo della comunicazione di massa e dell’assimilazione interculturale.
La Ricerca del Federalismo Popolare
Il lavoro dell’ACUE nell’Europa continentale nei primi anni ’50 si concentrò anche, sempre di più, sulla propaganda e l’azione di massa. Durante i disordini quando il Movimento Europeo si stava riorganizzando nel 1950, si rivolsero alle organizzazioni membri del Movimento Europeo per promuovere il federalismo; in pratica questo significò l’Unione Europea dei Federalisti dominata dai Francesi, che Donovan considerava essere il gruppo più efficace. I Francesi proposero di smuovere l’azione di Strasburgo lanciando un movimento populista di gente comune, il Consiglio di Vigilanza Europeo, sotto la leadership del capo della resistenza Francese Henri Frenay, che si sarebbe incontrato in un palazzo adiacente al Consiglio d’Europa, e inondato questo con petizioni locali supportanti il federalismo. L’ACUE diede al Consiglio di Vigilanza una donazione iniziale di 42.000 Dollari.
Dalla Primavera del 1951, con la nuova leadership di Spaak, il Movimento Europeo nel suo intero fu di nuovo un’organizzazione efficace. L’ACUE, Spaak e Franay si buttarono nel tentativo di creare un supporto di massa per il federalismo. Nel breve termine speravano di creare supporto per il Piano Schuman, per una maggiore autorità per il Consiglio d’Europa e per l’idea di un esercito Europeo, successivamente l’EDC. Dopo “dettagliati discorsi” tra Donovan ed Eisenhower nella Primavera del 1951, l’ACUE pose una enfasi crescente nell’integrazione della Germania nell’Europa Occidentale, per acquietare le paure di un riarmo e le preoccupazioni Americane su una deriva Tedesca verso la neutralità. Nonostante Donovan sapeva che un’Europa federale non fosse “immediatamente imminente”, concluse che “un campione di autorità specializzate creerà la forza militare unificata e l’area di libero commercio che sono necessarie se l’Europa deve ottenere la sua massima forza e assicurare il successo della missione del Generale Eisenhower”. Ad esempio, Donovan indicò le proposte per un’Autorità dei trasporti Europei e un’Organizzazione Europea dell’Agricoltura, modellata sul Piano Schuman.
La comune convinzione di Spaak e Donovan che l’unità Europea avrebbe potuto essere portata avanti nel miglior modo da una propaganda di massa coincideva nettamente con le profonde preoccupazioni Americane circa il successo del blocco dell’Est nei suoi sforzi propagandistici nell’area dei movimenti giovanili e delle organizzazioni internazionali in generale. Nell’Estate del 1951, un crescendo di attività giovanili Comuniste organizzate fu evidenziata da un gigantesco raduno giovanile organizzato da “Freie Deutche Jugend” con una partecipazione di circa due milioni di giovani rappresentanti di tutto il mondo. Questa singola manifestazione venne stimata avere un costo di più di venti milioni di Sterline per i Sovietici. L’intelligence Britannica ottenne dei filmati della manifestazione e le sue dimensioni allarmarono importanti politici Occidentali, compreso John J. McCloy, l’Alto Commissario Americano per la Germania. McCloy, già pesantemente coinvolto in guerre psicologiche e sotto copertura Americane, riconobbe immediatamente l’importanza di questo sviluppo e decide che un contrattacco era imprescindibile. Shepard Stone, un membro del suo staff, contattò Joseph Retinger, il Segretario-Generale del Movimento Europeo e gli chiese se essi fossero disponibili ad organizzare una dimostrazione simile in Europa Occidentale. Finanziamenti aggiuntivi considerevoli sarebbero stati forniti dal governo Americano ed incanalati attraverso l’ACUE, purché essi vengano usati specificatamente per l’impegno sui giovani. Retinger accettò e, insieme con Spaak e Andre Phillip, formò uno speciale comitato di tre uomini per progettare il profilo della campagna giovanile Europea.
Perciò, nel 1951, la maggior parte dei fondi dell’ACUE per l’Europa fu impiegata in una nuova impresa – una campagna per l’unità tra i giovani Europei. Tra il 1951 e il 1956 il Movimento Europeo organizzò più di 2000 manifestazioni e festival nel continente, in particolare in Germania dove ricevette l’aiuto dell’esercito Statunitense. Uno dei vantaggi aggiuntivi di impiegare fondi Americani nei vasti programmi giovanili era che questo aiutava a mascherare la misura in cui il Movimento Europeo era dipendente da fondi Americani. Nel Maggio 1952 Spaak decise che finanziamenti da fonti Americane che erano stati in precedenza usati per il budget ordinario del Movimento Europeo sarebbero stati ora dirottati per l’uso nel “Budget Speciale” utilizzato per supportare la crescente gamma di nuovi programmi. Questo mascherò la loro fonte ed evitò ogni accusa circa dipendenza dall’America. Di nuovo, nel Novembre 1953, Baron Boel, il tesoriere del Movimento Europeo, spiegò che era essenziale evitare la situazione in cui gli oppositori dell’unità Europea avrebbero potuto accusarli di essere una creazione Americana. Per questa ragione “il denaro Americano, piuttosto accettabile per la Campagna Europea per la Gioventù e varie attività ristrette, non poteva essere usato per l’ordinaria gestione del Movimento”. Attraverso l’uso di “Budget Speciali”, le larghe somme provenienti da fonti Americane non furono visibili nel budget ordinario del Movimento Europeo.
Entro la fine del 1951, un Segretariato Internazionale della Gioventù era stato istituito a Parigi, con uffici più piccoli in tutta l’Europa Occidentale ed una rivista per una campagna sui giovani in cinque lingue. Nel 1952, vennero eletti rappresentanti in un Parlamento Europeo della Gioventù, i quali dovevano aiutare il Movimento Europeo “ad informare le masse di giovani Europei sui loro obblighi verso se stessi ed il mondo libero”. Già alla fine del 1953, la campagna stava costando all’ACUE 200.000 Dollari all’anno. Anche se è difficile individuare la misura in cui queste attività ebbero un impatto sull’opinione delle masse, Europei di grado elevato, bramosi di ulteriori fondi, attribuirono il loro successo alla campagna di massa. Una lettera di Monnet a Donovan dell’Ottobre 1952 fu un caso tipico, sostenendo: “Il vostro continuo supporto, ora più decisivo che mai, ci aiuterà in misura enorme a realizzare a pieno i nostri piani”.
Durante il 1953 e 1954, l’ACUE rinforzò i suoi legami col governo Usa. Allen Dulles rimpiazzò Walter Bedell Smith come direttore della CIA e il Dipartimento di Stato concluse che gli espliciti tentativi di spingere gli Stati Europei nell’ECD durante il 1953 e 1954 avevano avuto un effetto boomerang, essendo stati visti come un “intervento Usa non richiesto” provocando “più antagonismo che supporto pubblico”. La saggezza dei metodi meno diretti sembrava essere confermata. Il problema più grande che doveva ora affrontare l’ACUE era la questione Tedesca, e l’esempio più interessante di questo fu il tentativo di associare Strasburgo con gli sforzi del Comitato per l’Europa Libera e dell’ACEN. Fin dal 1953, gruppi Tedeschi e dell’Europa Orientale facevano rivendicazioni irredentiste in conflitto tra loro verso reciproci territori. L’ACEN e Radio Europa Libera, non solo anti-Sovietica ma anche anti-Tedesca, pubblicarono documenti e mappe che rivelavano ambizioni verso territori della Germania del dopoguerra ed aree abitate da Tedeschi. Il governo Tedesco fece ripetute pressioni verso l’ambasciata Usa “per fermare la diffusione di tale propaganda anti-Tedesca”. Queste tensioni minacciavano di interrompere le relazioni tra l’ACEN e le varie delegazioni dell’Europa Occidentale a Strasburgo. Sforzi per migliorare la coordinazione tra Strasburgo e il Comitato per l’Europa Libera portarono, all’inizio del 1957, ad uno studio esteso delle attività di Radio Europa Libera fatto dal comitato politico speciale del Consiglio d’Europa. Dopo una visita di tre giorni al suo quartier generale a Monaco, si concluse che Radio Europa Libera stesse “svolgendo un compito politico estremamente utile” e si raccomandava una più grande partecipazione Europea in quello che era ancora un programma largamente gestito dagli Americani. Nel 1959, il Comitato per l’Europa Libera rispose formando un gruppo di consiglieri dell’Europa Occidentale ed incoraggiando i leader degli esuli del blocco dell’Est ad unirsi nelle discussioni sull’integrazione Europea.
Due ulteriori sviluppi caratterizzarono la strategia dell’ACUE alla metà degli anni ’50. In primo luogo, ci fu un rinnovato interesse nella politica di élite, concentrata sul Comitato d’Azione per gli Stati Uniti d’Europa di Jean Monnet. Monnet mise in evidenza piccole assemblee e pubblicazioni serie “piuttosto che grandi manifestazioni e polemiche”. La strategia di Monnet non era pienamente la benvenuta dall’ACUE, che lamentava che egli “si fosse deliberatamente concentrato su elementi laburisti e socialisti” alle spese della partecipazione degli industriali Francesi e della destra. Nonostante le attività di Monnet sono specificatamente identificate nei report dell’ACUE tra i programmi supportati, la documentazione che lega Monnet e l’ACUE è ristretta. Questo non deve sorprendere poiché Monnet fu anche più cauto del Movimento Europeo riguardo al potenziale danno politico che avrebbe potuto essere causato da rivelazioni circa i finanziamenti Americani. I soli fondi Americani precisamente quantificabili rilasciati a Monnet durante questo periodo arrivarono attraverso la fondazione Ford per supportare il suo immediato segretariato.
Il caso di Monnet e della fondazione Ford sottolinea utilmente le estreme difficoltà a cui ogni storico va incontro cercando di sbrogliare la matassa dei finanziamenti segreti del governo Americano per distinguerli dai finanziamenti esplicitamente forniti da quelle organizzazioni private Americane e fondazioni pubbliche che lavoravano a stretto contatto con il governo Usa. Fin dal 1949, su richiesta ufficiale di Allen Dulles, la fondazione Ford stava cooperando con la CIA su un certo numero di programmi Europei. Già nel 1950, l’ACUE e la fondazione Ford coordinavano i loro sforzi per supportare il federalismo. Inoltre, dalla metà degli anni ’50, le più importanti figure che dirigevano sia il supporto Americano dichiarato che sotto copertura furono sempre di più coincidenti. Dal 1953 sia John J. McCloy che Shepard Stone, che erano stati utili nel pianificare fondi governativi segreti sostanziosi per la Campagna per la Gioventù Europea, erano entrambi nel consiglio degli amministratori fiduciari della fondazione Ford. McCloy fu anche direttore della fondazione Rockefeller. Nel 1955 McCloy era già diventato presidente del consiglio di amministrazione della fondazione Ford, mentre prestava servizio come presidente del Consiglio sulle Pubbliche Relazioni. Contemporaneamente, lo stesso circolo, comprendente Retinger, McCloy, Allen Dulles, Harriman, David Rockefeller, Jackson e Bedell Smith erano impegnati a creare il gruppo Bilderberg, ancora un’altra organizzazione che restringeva le differenze tra governo, organizzazioni pubbliche e private e tra esplicito e segreto in entrambi i lati dell’Atlantico. Il Comitato d’Azione di Monnet e la Campagna per la Gioventù Europea sembrano essere state attività Europee motivo di orgoglio che ricevevano supporto da questi gruppi Americani che si sovrapponevano l’un l’altro e da organizzazioni nella metà degli anni ’50.
Il secondo sviluppo fu la maggiore attenzione dell’ACUE alla NATO, che stava sviluppando il suo personale programma di guerra politica, e alle idee Atlantiste. In contrasto con i primi anni ’50, quando l’ACUE aveva rifiutato di lavorare con l’Unione Atlantica, verso la fine del decennio l’ACUE cooperava sempre di più con gruppi Atlantisti che concepivano l’unità Europea dentro la cornice della NATO. L’ACUE sostenne programmi per i giovani come la Conferenza Politica per la Gioventù Atlantica tra il 1957 e il 1960 e dichiarò che “sentiva da molto che l’Unità Europea e la solidarietà Atlantica fossero obiettivi degni di supporto reciproco”. Nonostante, come il Comitato Americano sulla NATO, fino al 1959 la più grande parte delle attività fu condotta negli Usa, l’ACUE stava tuttavia ancora provando a incoraggiare un più forte interesse Britannico nell’Europa e commissionò uno studio sullo relazioni economiche tra Gran Bretagna ed Europa all’unità di intelligence dell’Economist, sperando di persuadere gli industriali Britannici ad assumere una visione più “realistica”. Lo staff dell’Economist includeva un certo numero di figure che erano rilevanti in organizzazioni Europee, per esempio il suo vice editore, Barbara Ward.
Nel Maggio del 1960, l’ACUE votò per la fine della sua esistenza. I suoi direttori sostenevano che, dato che l’unità Europea era un “affare incompiuto”, un’attività continuata dell’ACUE poteva essere giustificata da una “seria inversione della tendenza attuale” verso l’integrazione. Inoltre, con il recupero delle economie Europee, i federalisti Europei erano capaci di trovare dei fondi propri. Così, nella Primavera del 1960 l’ACUE fu gradualmente soppresso, come il direttore esecutivo gestì le ultime otto donazioni Europee, in totale 105.000 Dollari. Con molti stati Africani che sfrecciavano verso l’indipendenza, l’ACUE accarezzo brevemente l’idea di un programma Euro-Africano designato a collegare i due continenti, ma i restanti fondi ACUE vennero trasferiti al Comitato Americano sulla NATO. Esso venne poi sospeso invece che dissolto a richiesta di Monnet e Schuman, che volevano assicurarsi un suo “ritorno sulle scene se e quando necessario”.
L’Impatto dell’ACUE
Nonostante i registri dell’ACUE sono aperti al pubblico, la natura precisa del suo lavoro e la fonte di tutti i suoi finanziamenti rimangono qualcosa di oscuro. Per qualche ragione sconosciuta le risorse disponibili per l’ACUE triplicarono di fatto dalla fine del 1951. Nei primi tre anni di operazioni, 1949-51, l’ACUE ricevette 384.650 Dollari, la maggior parte dei quali sparpagliati verso l’Europa. Era una grande somma, ma dal 1952 l’ACUE cominciò a spendere una tale somma annualmente. Il budget totale per il periodo 1949-60 ammontava a una somma tra tre e quattro milioni di Dollari. Siccome il flusso di denaro attraverso l’Atlantico iniziò ad aumentare, l’ACUE aprì un ufficio locale a Parigi per monitorare da vicino i gruppi che avevano ricevuto donazioni. Verso il 1956 il flusso di finanziamenti che aumentava stava suscitando timori tra i direttori dell’ACUE circa il pericolo che il loro lavoro potesse divenire di dominio pubblico, causando critica ai gruppi che essi supportavano. Nonostante il loro rappresentante Europeo, William Fuggit, spiegò che l’ACUE era “capace di evitare imbarazzi ai nostri amici, stando dietro le quinte”, nascondeva che il pericolo di una scoperta “fosse reale”.
Nonostante i registri delle spese dell’ACUE non rivelino niente sulle fonti delle entrate, le evidenze disponibili indicano fermamente sovvenzioni governative Usa crescenti. Come gli storici Trevor Barnes e Wilson D. Miscamble hanno mostrato, nel 1948 il governo Usa tentò di gestire questi tipi di progetti sulla base soltanto di donazioni private, ma ciò fu presto abbandonato. Ancora nel 1951, l’ACUE sollecitava donazioni da privati cittadini Americani ma, successivamente, smise di impiegare raccoglitori di fondi professionali. Questo cambio coincide con l’intervento di McCloy, canalizzato attraverso l’ACUE, per spronare campagne tra i giovani Europei e triplicare le risorse disponibili per l’ACUE. Braden, in un’intervista concessa negli anni ’80, sostenne che i fondi dell’ACUE avevano origine nella CIA e nelle memorie pubblicate dopo la sua morte, Retinger, il Segretario Generale del Movimento Europeo, riferì di aver ricevuto dei fondi del governo Americano e si soffermò su delle accuse periodiche sul fatto che lavorasse per l’intelligence Americana. Ma è il notevole lavoro di Rebattet, con un impareggiabile accesso alle documentazioni del Movimento Europeo, che conferma che la maggior parte dei fondi dell’ACUE avevano origine nella CIA. Rifacendosi ad interviste con George Rabattet, Segretario Generale del Movimento Europeo, e il Rappresentante Europeo dell’ACUE, F. X. Rabattet concluse:
C’erano non meno di quattro membri dell’Agenzia Centrale dell’Intelligence tra Funzionari e Direttori dell’ACUE … La larga maggioranza dei fondi Americani devoluti per la campagna per l’unità Europea e, in pratica, tutti i soldi ricevuti per la Campagna per la Gioventù Europea venivano dai fondi del Dipartimento di Stato. Questo fu ovviamente tenuto segretissimo. L’ACUE giocava così la parte dell’organizzazione di copertura legale. Donazioni dal business formavano massimo un sesto della somma totale durante il periodo studiato.
Rebattet dimostra che intorno al 1952 questi fondi Americani si stavano tenendo segreti tramite la procedura di mantenere la maggior parte di essi fuori dal budget ordinario del Movimento Europeo. Invece i fondi Americani furono usati per innumerevoli progetti speciali inclusa la Campagna per la Gioventù Europea, il Comitato d’Azione e il budget dei Consigli Nazionali del Movimenti Europei.
Non tutti i fondi dell’ACUE venivano dalla CIA; esso attraeva donazioni private sostanziose. Similmente, non tutta l’assistenza Americana segreta ai gruppi federalisti Europei era distribuita dall’ACUE. Per esempio, in Italia un alto funzionario del Vaticano, Luigi Gedda, creò un’organizzazione di attivisti Cattolici che aiutò a sconfiggere i Comunisti alle elezioni del 1948. Gedda era supportato da ufficiali Usa nell’ambasciata Americana a Roma e nella CIA, e il sostegno aumentò quando iniziò a promuovere l’idea dell’ “Unione Occidentale”, spiegando che il Papa fosse adesso d’accordo che “la Chiesa avrebbe dovuto essere in prima linea per una federazione di stati Europei occidentali”. Dopo che l’ambasciata Usa a Roma concluse che Gedda avesse bisogno di circa 500.000 Dollari, funzionari Americani dibatterono se i finanziamenti dovessero essere veicolati attraverso il fondo per la divulgazione del Piano Marshall (ERP) oppure la CIA. Fondi dell’Agenzia di Mutua sicurezza vennero anche usati per sostenere il Movimento europeo, infatti l’accordo di Mutua Sicurezza del 1951 sosteneva esplicitamente che le sue risorse dovevano essere usate “ per incoraggiare ulteriormente la federazione economica e politica dell’Europa”. Ci fu sicuramente un uso dei fondi delle controparti – valute Europee trasferite dai governi del Piano Marshall al governo Americano per coprire costi amministrativi Americani in Europa – per scopi politici.
E’ difficile misurare le proporzioni dei numerosi budget Americani per la propaganda e la pubblicità, sia dichiarati che segreti, che furono spesi nella promozione dell’unità Europea durante questo periodo. Tuttavia, nel caso specifico dell’ACUE, una misura approssimativa può essere fatta confrontando il suo budget totale di tre-quattro milioni di Dollari con quelli di programmi contemporanei messi su dalla CIA. L’ACUE costò chiaramente meno di quanto fu speso per assicurare la sconfitta dei Comunisti nelle elezioni Italiane del 1948, probabilmente la più grossa operazione della CIA in questo periodo, stimata di un costo approssimativo di dieci milioni di Dollari da Christopher Simpson. Nello stesso modo, l’ACUE spese più dei tre milioni di Dollari spesi dalla CIA durante le elezioni Cilene del 1964, e più della somma di 3,3 milioni inviati all’Associazione Nazionale degli Studenti Americani tra il 1952 e il 1967. Che le spese per l’ACUE erano standard per una importante operazione segreta OPC/CIA in questo periodo è confermato da Geoffrey Treverton, che suggerì che, sotto Truman, furono autorizzate 81 operazioni segrete, e che la somma totale autorizzata crebbe drammaticamente da 4,7 milioni di Dollari nel 1949 a 82 milioni nel 1952. Le risorse dell’ACUE anche crebbero in maniera drammatica in questo lasso di tempo.
Non è facile neanche stabilire una stima bilanciata di cosa le operazioni segrete dell’ACUE in Europa raggiunsero tra il 1949 e il 1960. Chiaramente, finanziamenti appropriati non erano disponibili in Europa Occidentale per il tipo di iniziative che il Movimento Europeo desiderava perseguire. Infatti molti degli scarsi fondi disponibili prima del coinvolgimento Americano non vennero dall’Europa Occidentale, ma da industriali Svizzeri, notoriamente l’azienda Nestlé. Non ci può essere alcun dubbio che, tra il 1949 e il 1951, i fondi dell’ACUE misero in piedi l’esecutivo del Movimento Europeo, che sembrava diviso in maniera irreversibile e vicino alla bancarotta. Un terzo del personale d’ufficio del Movimento Europeo era stato licenziato, il programma di pubblicazioni era stato interrotto e fatture non erano state pagate. Come notò mestamente l’ACUE alla fine del 1949 “Sandys richiede urgentemente più denaro da noi entro la fine di Gennaio”. Una volta che il nucleo del Movimento Europeo era stato stabilizzato, le sue costose campagne pubbliche degli anni ’50 si affidarono quasi esclusivamente ai finanziamenti dell’ACUE. Quando un delegato Francese dall’Unione di Federalisti Europei arrivò a New York nel 1950 per offrire all’ACUE una presentazione sui suoi piani per il Consiglio Europeo di Vigilanza, ammise che fosse “semplicemente impossibile per noi ultimare l’impresa senza il vostro aiuto”. I Federalisti avevano progettato su carta la Campagna per la Gioventù Europea di massa fin dal 1947, ma i mezzi non erano a portata di mano e il progetto era stato “posticipato indefinitivamente”.
Il Movimento Europeo era esso stesso federale, consistendo in molti gruppi nazionali ed internazionali, insieme con la creazione di budget speciali per rendere il contributo Americano opaco; questo rende arduo quantificare la proporzione dei fondi che arrivavano dall’Europa o dagli Stati Uniti. Le figure di Rebattet per il periodo 1945-53, basato su accessi ai registri finanziari del Movimento Europeo suggeriscono che, su circa un milione di Sterline speso dal 1945 all’inizio del 1953, “più o meno 440.000 Sterline (il 44%) venne dagli Stati Uniti. Se sottraiamo i fondi Europei ricevuti prima dell’inizio del coinvolgimento americano nel tardo 1948 (circa 100.000 Sterline), traspare che l’ACUE fornì quasi esattamente metà dei finanziamenti del Movimento Europeo dalla fine del 1948 fino all’inizio del 1953. E’ chiaro dai registri finanziari dell’ACUE che il 1949-52 fu un periodo di contributi modesti e che questi più che raddoppiarono successivamente. Non ci sono figure precise per il budget del Movimento Europeo tra il 1953 e il 1960, ma sarebbe sorprendente se le sovvenzioni dell’ACUE non costituissero i due terzi dei fondi del Movimento europeo durante questo ultimo periodo.
L’impatto dell’ACUE sul Movimento Europeo è innegabile. Ma l’impatto delle attività supportate dall’ACUE sulla popolazione Europea è difficile da determinare, in parte perché l’esistenza stessa di un federalismo Europeo popolare nell’Europa del dopoguerra è diventata una questione controversa. Nonostante il lavoro di diverse organizzazioni federaliste, che si coalizzarono sotto lo scudo del movimento europeo nel 1947, è largamente documentato da Walter Lipgens che non avevano quasi alcuna influenza sulle negoziazioni che portarono al Piano Schuman o a qualsiasi altro evento decisivo nel processo di unificazione. Spaak, il Conte Sforza, il Ministro degli esteri Italiano e altri leader Europei che parteggiavano il “popolarismo” si aspettavano che questo creasse pressioni indirette sui funzionari e i ministri, ma sopravvalutarono l’influenza dell’opinione pubblica. Fuori dalla Francia, gli europei non si erano risvegliati all’entusiasmo grazie alla causa federalista.
Anche la Campagna Europea per la Gioventù, che aveva tenuto 2.000 incontri giovanili fino al 1956 in Europa, dipendeva dalla partecipazione di giovani Europei organizzati, per mezzo dall’affiliazione delle loro leadership. I loro incontri, ben frequentati, possono offrire una testimonianza maggiore del sentimento popolare rispetto a raduni contemporanei di giovani “democratici”, tenuti nell’Europa dell’Est, ai quali essi erano espressamente designati a controbattere.
Tutta questa attività creò in ogni caso le sembianze di una pressione pubblica, abbastanza da infastidire i più implacabili avversari del federalismo. Fin dall’Aprile 1950, i leader del partito Laburista lamentarono “molta pressione dall’opinione pubblica Europea ed Americana”. Allo stesso tempo, convinti apparentemente che il sentimento popolare non avesse posto nel decidere la politica estera, essi lo ignoravano irremovibilmente. Nel Novembre del 1950, la delegazione del Partito Laburista Britannico tornò da Strasburgo e riferì con soddisfazione che i federalisti erano stati sconfitti, “ed il loro tentativo di scombussolare il lavoro dell’Assemblea per mezzo di Comitati di Vigilanza si rivelò un patetico fallimento”.
La fede dell’ACUE nel ruolo della pressione pubblica non è difficile da capire, date le tradizioni populiste della politica estera Americana. La sicurezza fuori luogo dell’ACUE nella possibilità che l’Europa avrebbe potuto essere sospinta sulla strada del federalismo rispecchia le aspettative dei funzionari Americani nell’ERP e l’ECA, i quali avrebbero trovato le istituzioni e la società Europee meno permeabili alle idee e pratiche Americane rispetto a quanto avevano sperato. Ma la fede solida nel ruolo del populismo espressa da Spaak, Sforza e, a periodi, da Monnet è più difficile da spiegare. La straordinaria affermazione di Monnet nel 1952 secondo cui la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio fosse una potenza sovrana, responsabile non verso gli stati che l’avevano creata, ma solo all’Assemblea Europea a Strasburgo e alla Corte di Giustizia Europea è solo un esempio. L’idea che un paio di milioni di Dollari di fondi Americani segreti avrebbero potuto scatenare un’onda di irresistibile pressione popolare per il federalismo in Europa fu mal concepita e, col senno di poi, ridicola. Che un numero di figure prominenti su entrambe le coste dell’Atlantico credevano che questo fosse possibile è in sé significativo.
Visto dall’Europa, il più impressionante aspetto del lavoro dell’ACUE è la misura in cui funzionari che lavoravano per la ricostruzione e riunificazione Europea condivisero l’esperienza dell’intelligence, delle operazioni speciali e della resistenza in tempo di guerra. L’unità d’Europea aveva tratto radici dai movimenti di resistenza in tempo di guerra. Questi collegamenti con organizzazioni clandestine continuano nel periodo del dopoguerra. L’emergente Comunità Europea e la crescente comunità dell’intelligence Occidentale si sovrapponevano considerevolmente. Ciò è sottolineato dalla creazione del gruppo Bilderberg di Retinger, un consiglio transatlantico riservato ed informale di responsabili di decisioni chiave, sviluppato tra il 1952 e 1954. Il gruppo Bilderberg si sviluppò dalle stesse reti interconnesse provenienti dalla Comunità Europea e dalla comunità dell’intelligence Occidentale. Bilderberg venne fondato da Joseph Retinger e Prince Bernhard dei Paesi Bassi nel 1952, in risposta alla crescita dell’anti-Americanismo nell’Europa Occidentale e fu progettato per definire un qualche tipo di consenso Atlantico tra diverse visioni Europee ed Americane. Riunì una volta all’anno massime personalità Europee ed Americane per discussioni informali sulle loro differenze. Retinger si assicurò il supporto di Averell harriman, David Rockefeller e Bedell Smith. La formazione dell’ala Americana di Bilderberg venne affidata al coordinatore della guerra psicologica di Eisenhower, C. D. Jackson, e i finanziamenti per il primo incontro, tenuto all’Hotel de Bilderberg in Olanda nel 1954, vennero forniti dalla CIA. Successivamente, molti dei suoi fondi vennero dalla fondazione Ford. Nel 1958, quelli che prendevano parte al gruppo Bilderberg includevano McCloy, Dean Acheson, George Ball e Paul Nitze. E’ impressionante come tre importanti gruppi di élite transnazionali emergevano negli anni ’50: il Movimento Europeo, il gruppo Bilderberg e il Comitato d’Azione di Jean Monnet per gli Stati Uniti d’Europa condividevano tutti le stesse origini e fonti di sostegno.
Nonostante Bilderberg e l’ACUE-Movimento Europeo avevano in generale gli stessi fondatori, membri e obiettivi, presumibilmente Bilderberg costituiva un più efficacie meccanismo di dialogo transatlantico, sviluppatosi in quello che alcuni hanno considerato il più significativo centro di discussione riservato per le élites Occidentali. Al contrario dell’ACUE-Movimento Europeo, non era limitato nelle tematiche, né era separato in un corpo Europeo ed uno Americano, collegati dalle attività frenetiche dei delegati. I temi sui quali gli incontri annuali spaziavano erano troppo ampi, anche nelle sessioni formali, per permettere di fare qui analisi dettagliate, ma è chiaro che il Trattato di Roma fu promosso dalle discussioni al Bilderberg dell’anno precedente. Alla metà degli anni ’50 i delegati Europei erano altamente interessati ad usare il gruppo Bilderberg per evidenziare il danno fatto alla reputazione degli Stati Uniti dal Maccartismo in generale e dal caso Rosemberg in particolare. Nel 1954, C. D. Jackson si espose per assicurare i delegati Europei che McCarthy sarebbe andato via entro il meeting successivo – e fu così. Negli anni ’60 il tema centrale si spostò al Terzo Mondo e ai problemi dello sviluppo. Il valore del gruppo Bilderberg è impossibile da valutare, ma ci sono state frequentazioni di alto livello, compresi tutti i Primi Ministri Britannici nell’arco di tre decenni. Questo, insieme al suo sviluppo finale negli anni ’70 nella Commissione Trilaterale con l’incorporazione del Giappone, suggerisce che i partecipanti lo avevano considerato degno di nota.
Vista dagli Stati Uniti, la storia dell’ACUE rivela lo stile delle prime azioni sotto copertura, non meno che l’affidamento ad organizzazioni private, anche se coordinate da uno stretto circolo di ufficiali. Allen Dulles, Braden e Bedell Smith giocarono tutti un ruolo preponderante nell’ACUE prima di trasferirsi verso suoli formali nella CIA nei primi anni ’50. La precisa natura del collegamento tra gruppi come l’ACUE e la CIA non sarà conosciuto fino a che i registri completi della Divisione delle Organizzazioni Internazionali della CIA non furono rilasciati, e ciò può non essere stato per lungo tempo. Tuttavia, il lavoro di Allen Dulles e Braden con l’ACUE e il Comitato per l’Europa Libera suggerì chiaramente ad essi di mettere su la Divisione delle Organizzazioni Internazionali nel 1951. Dal punto di vista dello sviluppo della dottrina e della struttura della CIA questo fu un momento importante.
Il legame più interessante tra l’ACUE e Divisione delle Organizzazioni Internazionali si riferisce non al lavoro che essi condussero in Europa, ma piuttosto al loro lavoro condotto dall’ACUE dentro gli Stati Uniti il quale, benché limitato, poteva benissimo essere stato illegale. E’ stata la Divisione delle Organizzazioni Internazionali che portò avanti queste tematiche domestiche nel lavoro della CIA negli anni ’50, caratterizzato dai finanziamenti dell’Associazione Nazionale degli Studenti Americani dal 1952. Questa controversa tendenza verso le operazioni internazionali che prese luogo negli Stati Uniti ed oltreoceano avrebbe avuto un’importanza a lungo termine per la comunità dell’intelligence Americana. Furono, soprattutto, rivelazioni del 1967 circa queste attività dentro gli Stati Uniti che scatenarono le ondate di inchieste e restrizioni che si sarebbero abbattute sulla CIA dalla metà degli anni ’70. Alla fine, le ripercussioni dell’ACUE, della Divisione delle Organizzazioni Internazionali e dei concetti relativi che essi svilupparono vennero percepiti a Washington in modo così forte come lo furono in Europa.